Se siete un paziente e io sono un’analista transazionale significa che ci assumiamo la responsabilità congiunta di raggiungere un obiettivo comune: il vostro benessere e la vostra autonomia. Significa che ci rapportiamo su un piano di parità (Io non posso "fare delle cose a voi", né voi potete aspettarvi che faccia tutto per voi), entrambi partecipiamo al processo di cambiamento, entrambi abbiamo dei compiti. Ecco perché stipuliamo un contratto: un’assunzione di responsabilità da parte di entrambi. In quanto paziente voi affermate di voler cambiare e di essere disposto ad impegnarvi per raggiungere l’obiettivo. Io, in quanto analista, in cambio del mio compenso, mi dichiaro disponibile ad usare al meglio le mie conoscenze e competenze professionali a questo fine.
b) COMUNICAZIONE APERTA
Se siete un paziente e io sono un’analista transazionale la nostra relazione è una relazione alla pari. Nel corso del nostro lavoro insieme disporrete di tutte le informazioni necessarie sui processi in atto. Userò un linguaggio chiaro e non tecnico affinchè voi possiate comprendere esattamente ciò che stiamo facendo. Vi insegnerò i concetti e gli strumenti dell’analisi transazionale in modo tale che anche voi possiate usarli.
a) ognuno è Ok: la persona, in quanto tale, è degna di rispetto e accettazione. "Accetto me e riconosco il mio valore. Accetto te e riconosco il tuo valore. Può darsi che a volte non accetti quello che fai, ma accetto sempre quello che sei. Siamo sullo stesso livello. Non sono superiore a te, né tu sei superiore a me"
Questo principio invita ad avere un atteggiamento costruttivo verso se stessi e verso gli altri. Si tratta del rispetto e del riconoscimento del valore della persona nella sua essenza, indipendentemente da razza, religione, età, preferenze sessuali, risultati raggiunti nella vita etc. C’è sempre lo spazio per mettere in discussione il comportamento di una persona. Ma attenzione: Il comportamento non è mai la persona nella sua interezza. Rispettare sé e gli altri e mettersi in una relazione di parità è la posizione, l’unica, che consente la costruzione di relazioni sane e costruttive dove sia possibile affrontare i comportamenti problematici e risolverli su un piano di disponibilità reciproca. La condanna, l’attacco, la svalutazione di se stessi o degli altri invece alimentano sofferenza, difese, attacchi, competizioni, distruttività.
b) ognuno ha la capacità di pensare. Ad eccezione di chi ha avuto gravi danni cerebrali tutti abbiamo la capacità di pensare, di ragionare e valutare ciò che viviamo, di fare delle scelte rispetto alla nostra esistenza.
Questo principio ci ricorda le nostre capacità e il nostro potere nel valutare e affrontare la realtà. Noi siamo le nostre scelte. Per quanto siano forti gli inviti e le pressioni degli altri, per quanto siano drammatiche le circostanze della vita, siamo sempre noi a scegliere la posizione che assumiamo rispetto ad esse, anche se fosse solo quella di reagire o meno ad eventi per noi traumatici. E’ un principio che invita quindi a prendersi la responsabilità delle proprie scelte (e delle loro conseguenze) invece che rendersi passivi e vittime impotenti, invece di proiettare la responsabilità delle proprie sofferenze sul passato o all’esterno. E’ anche un principio che ci invita a sfruttare il nostro potere per aiutarci a raggiungere i nostri obiettivi invece che per sabotarci.
c) ognuno decide il proprio destino e queste decisioni, se portano risultati negativi, possono essere cambiate.
Da bambini abbiamo elaborato delle strategie per sopravvivere in un mondo più grande di noi e per ottenere ciò che volevamo (amore e attenzione). Queste strategie si basavano sulla valutazione che abbiamo fatto delle persone e delle situazioni, vissute ed osservate, e sulle conclusione che ne abbiamo tratto. Abbiamo cominciato da subito a prendere decisioni su ciò che era giusto/sbagliato, utile/non utile essere o fare. Su queste decisioni (riguardanti noi stessi, gli altri, la vita..) abbiamo basato la nostra esistenza. Da adulti usiamo ancora quelle strategie. Alcune rimangono utili e funzionali ai nostri bisogni. Altre invece ci portano solo risultati negativi, perché sono anacronistiche, non più necessarie, non adeguate alla situazione attuale. In terapia possiamo andare a riscoprire quelle vecchie decisioni e cambiarle. Possiamo prendere decisioni nuove rispetto a noi, agli altri e alla vita, possiamo imparare ad usare strategie diverse, nuove risorse (quelle da adulto) e ottenere finalmente la soddisfazione dei nostri bisogni.
Riceverai al più presto un appuntamento telefonico nel quale avremo la possibilità di accordarci.
Studio e orari
Studio medico polispecialistico privato a Roma
(zona Nuovo Salario, Roma Nord Est).
Orari:
lunedì, martedì, giovedì 15-20
mercoledì 9-20
venerdì 9-15
Informazioni Personali
Chi sono Sono una Psicologa iscritta all'Ordine degli Psicologi della Regione Lazio con n.11148. Sono Psicoterapeuta e Analista Transazionale C.T.A, iscritta alla Lista degli Psicoterapeuti del Lazio.
Associazioni Sono Socia SIAT (Società Italiana di Analisi Transazionale), EATA (European Association for Transactional Analysis), IRPIR (Istituto di Ricerca dei Processi Intrapsichici e Relazionali).
Mi occupo di . sostengo e consulenza psicologica . psicoterapia . gruppi di formazione, informazione, crescita personale
Lavoro con . il singolo . la coppia . il gruppo
Disturbi trattati . disturbi d'Ansia . disturbi dell'Umore . disturbi del Comportamento Alimentare . disturbi di Personalità . disagio o difficoltà di Relazione . difficoltà legate alla Crescita
Avvio di un intervento
Prima Accoglienza : Il primo incontro informativo èuno spazio che dedico all'ascolto delle problematiche personali e allo scambio di informazioni generali sulle modalità di intervento che offro. Spesso è l'occasione giusta per sfatare pregiudizi e paure irrazionali associate comunemente allo svolgimento di un percorso psicologico.
Esplorazione del Problema e della Domanda Quando il cliente decide di intraprendere un percorso psicologico, inizio con il dedicare i primi 4-5 incontri all'esplorazione della situazione problematica e alla valutazione della richiesta che mi viene fatta. Gli incontri sono caratterizzati da un'intervista piuttosto dettagliata sulla storia di vita e sulle diverse aree di funzionamento del cliente al fine di individuare obiettivi costruttivi e realistici. Questi primi incontri sono inoltre utili per valutare la presenza della motivazione e della compatibilità necessarie alla collaborazione.
Consulenza o psicoterapia? Propongo unaconsulenza psicologicaquando il problema presentato rimane circoscritto ad un'area specifica di funzionamento e all'esigenza di una migliore comprensione e gestione pratica dello stesso.
Laconsulenza psicologicaè un percorso a breve termine finalizzato alla comprensione/chiarificazione della situazione problematica e delle strategie di risoluzione a disposizione.
Propongo una psicoterapiaquando invece il disagio della persona, pervasivo e clinicamente significativo, è fondato sulla disfunzionalità di modalità intrapsichiche e interpersonali strutturate e complesse. La psicoterapiaè un percorso a lungo termine di cura, ristrutturazione, crescita e maturazione i cui obiettivi sono il benessere e l'autonomia della persona.
Modalità Verrà stabilito, secondo le reciproche esigenze, unospazio settimanale fisso(o due, se necessario). La seduta settimanale avrà una durata di 50 minuti. Quanto emerge in seduta è protetto dal segreto professionale.
Autobiografia di una guarigione in 5 brevi capitoli di Portia Nelson
La guarigione consiste nell’imparare progressivamente ad esercitare nuove scelte. Ogniqualvolta la persona effettua un cambiamento significativo nel proprio copione di vita prova un’ebrezza naturale per diverse settimane o mesi. Poi, dopo un po’, spesso ritorna ad usare il vecchio comportamento, quasi volesse trovare ancora qualcosa di buono in esso. La differenza è che a questo punto si rende conto di dove è, si rende conto che quella posizione non è più soddisfacente e non ci rimane a lungo. Ora ha nuove opzioni e ne esce più rapidamente. Ben presto non eserciterà più alcun richiamo e abbandonerà del tutto il vecchio comportamento. Primo capitolo Cammino per la strada. C'è una profonda buca nel marciapiede. Ci cado. Sono persa. Sono impotente. Non è colpa mia. Ci vorrà un'eternità per trovare come uscirne.
Secondo capitolo Cammino per la stessa strada. C'è una profonda buca nel marciapiede. Fingo di non vederla. Ci ricado. Non riesco a credere di essere nello stesso posto. Non è colpa mia. Ci vuole ancora molto tempo per uscirne.
Terzo capitolo Cammino per la strada. C'è una profonda buca nel marciapiede. Vedo che c'è. Ci cado ancora... è un'abitudine. I miei occhi sono aperti. So dove sono. E' colpa mia. Ne esco immediatamente.
Quarto capitolo Cammino per la strada. C'è una profonda buca nel marciapiede. La aggiro.