venerdì 30 maggio 2008

La mia idea di rapporto terapeutico

Se voi siete un cliente e io la vostra psicoterapeuta:

Metodo contrattuale

Ci assumiamo la responsabilità congiunta di raggiungere un obiettivo comune: il vostro benessere e la vostra autonomia. Entrambi partecipiamo al processo di cambiamento. Entrambi abbiamo dei compiti. Ecco perché stipuliamo un contratto: un’assunzione di responsabilità da parte di entrambi.
.
Rapporto Paritario

Il termine “cliente” al posto di quello di “paziente” sottolinea il concetto di parità di valore e responsabilità. Non c'e' quindi una persona “impotente/inferiore” che in maniera del tutto passiva si affida ad un esperto “potente/superiore”. Ci sono due persone (terapeuta e cliente) di pari valore che fanno insieme un percorso di crescita.

Comunicazione aperta

Nel corso del nostro lavoro insieme disporrete di tutte le informazioni necessarie sui processi in atto. Userò un linguaggio non tecnico affinché voi possiate capire esattamente ciò che stiamo facendo. Vi insegnerò i concetti e gli strumenti dell’analisi transazionale in modo tale che anche voi possiate usarli.

Autenticità, considerazione positiva e incondizionata, empatia

In quanto terapeuta non mi nasconderò dietro una facciata professionale, esprimerò pensieri e sentimenti in maniera informale e schietta, fornendovi un modello di ciò che potrete diventare mettendovi in contatto con i vostri sentimenti, esprimendoli e assumendovene la responsabilità. La mia posizione verso di voi sarà fondata su un rispetto profondo per quello che siete, per il vostro impegno nello sforzo di crescere e migliorare, anche quando non approverò il vostro comportamento. Ascolterò voi, momento per momento, per comprendere i sentimenti dal vostro personale punto di vista fenomenologico, sia quello di cui siete ben consci, sia da prospettive di cui potreste essere ancora solo confusamente consapevoli.
.
Consapevolezza

E' necessario concentrare l’attenzione non sugli eventi che esperite ma sul modo in cui li esperite (sui significati personali), perché il mondo fenomenologico di ogni persona è la determinante principale del suo comportamento ed è ciò che la rende unica. Come terapeuta avrò il compito di facilitare il vostro processo di crescita ripristinando l'autoconsapevolezza di pensieri, emozioni, bisogni, azioni, capacità e responsabilità.
Responsabilità

Se siete miei clienti sarete responsabili del vostro cambiamento, che potrete attuare non solo nel momento in cui sarete in terapia ma anche al di fuori di essa, nel caso si presentino problemi in futuro. In quanto terapeuta non devo cercare di manipolare gli eventi per conto vostro, piuttosto devo creare le condizioni in grado di facilitare un processo decisionale autonomo da parte vostra. Se agissi al posto vostro, il processo di crescita e di autorealizzazione ne risulterebbe solo ostacolato. Qualunque sollievo a breve termine legato ad un intervento esterno, interferirebbe con la crescita a lungo termine, in quanto manterrebbe in voi un ruolo e un'immagine svalutata, dipendente e passiva. La riappropriazione del senso di responsabilità, la consapevolezza delle vostre risorse, la sperimentazione della vostra progressiva efficacia saranno i mattoni con i quali potrete ricostruire autonomia e benessere.

La mia concezione dell'uomo

Ognuno è ok. La persona, in quanto tale, è degna di rispetto e accettazione
Ogni essere umano ha valore ed è degno di rispetto in quanto tale, nella sua essenza, indipendentemente da razza, religione, età, preferenze sessuali, risultati raggiunti nella vita etc. Si può non accettare un comportamento dell'altro ma è importante sempre rispettare l'essere umano.

Ognuno ha la capacità di pensare

Ad eccezione di chi ha avuto gravi danni cerebrali tutti abbiamo la capacità di pensare, di ragionare, di valutare ciò che viviamo, di fare delle scelte. Per quanto siano forti gli inviti e le pressioni degli altri, per quanto siano drammatiche le circostanze della vita, siamo sempre noi a scegliere la posizione che assumiamo rispetto ad esse. Abbiamo la capacità e il potere di affrontare la realtà, abbiamo la responsabilità della nostra esistenza.

Ognuno decide il proprio destino e queste decisioni, se portano risultati negativi, possono essere cambiate
Abbiamo cominciato sin da piccoli a prendere decisioni su ciò che era giusto o sbagliato, utile o non utile fare o essere, per essere amati e soddisfatti. Su queste decisioni (riguardanti noi stessi, gli altri, la vita..) abbiamo strutturato tutta la nostra esistenza. Molte di queste decisioni ci portano risultati negativi e dolorosi. Ogni decisione presa può essere cambiata con una nuova decisione che ci consenta di essere soddisfatti.
.
Tendenza naturale all'autorealizzazione
Ogni persona possiede una forte spinta ad adattarsi, migliorarsi, realizzarsi. Ogni uomo tende per natura ad aprirsi alle esperienze, ad essere responsabile, creativo e costruttivo. Non sono le pulsioni istintuali a motivare l’uomo, ma piuttosto il bisogno di conoscere, di esprimersi, di relazioni gratificanti e di autorealizzazione.

Potenzialità
L'uomo è “poter essere”, potenzialità, flessibilità. L’idea di una natura dell'uomo, intesa come insieme statico e dato di caratteri costitutivi è una visione riduttiva e svalutante di esso. L'uomo non è qualcosa di “dato”, anzi, quello che lo distingue dalle cose (semplici presenze) è proprio il fatto di rapportarsi alle possibilità di essere. L'uomo oltrepassa incessantemente la realtà in direzione della possibilità, trascende se stesso in un progetto che tratteggia un mondo di significati possibili.

Complessità
L’uomo va compreso sempre nella complessità e nella totalità dell’esperienza soggetto/oggetto, mente/corpo, individuo/società, realtà oggettiva/trascendenza.

La mia concezione di malattia

Apprendimento di Strategie di Sopravvivenza

La malattia mentale nelle sue varie forme può essere vista come la distorsione dello sforzo che l’individuo compie per attuare le proprie potenzialità. Nel corso della nostra storia, in primis nell’infanzia, abbiamo elaborato una serie di strategie per sopravvivere nel mondo e ottenere la soddisfazione dei nostri bisogni più importanti. Quando queste strategie, invece di essere costantemente aggiornate e adeguate alle situazioni nuove e alle nostre crescenti capacità di adulti, vengono applicate in modo rigido e anacronistico ecco che la naturale tendenza all'autorealizzazione si inceppa.

Immagine di sé

Se non vi è corrispondenza tra gli attributi che il soggetto crede di possedere e quelli che effettivamente possiede, egli non si sviluppa in modo unitario, autonomo e soddisfacente (questo può verificarsi ad esempio nel caso in cui siano sorti problemi nel corso dello sviluppo della personalità, durante l'infanzia, momento in cui il bambino ha bisogno di essere considerato positivamente e accettato senza condizioni). La persona perde il contatto con sé, con i propri stati d'animo e con le proprie risorse, con le proprie esperienze attuali, vive un conflitto interiore per cui si blocca nella libertà di crescere positivamente o di effettuare scelte in maniera ottimale. Quando la persona si preoccupa eccessivamente delle valutazioni, delle esigenze e delle preferenze altrui, la sua esistenza non è più guidata dalla tendenza innata all'autorealizzazione.

Integrità Psico-Somatica

Non ha senso parlare di cure organiche contrapposte a quelle psichiche. Le malattie non sono né solo fisiche né solo psichiche. Tutte possono essere studiate e affrontate sia da un punto di vista biologico che da un punto di vista psicologico, con risultati diversi, che possono rivelarsi più o meno utili a seconda delle circostanze. Compito del terapeuta, medico o psicologo che sia, è quello di valutare la situazione dalle diverse prospettive, privilegiando l’una o l’altra a seconda dei diversi momenti e bisogni del paziente, integrandole invece quando è necessario. Nessun punto di vista comprende tutti i punti di vista, nessuno è superiore all’ altro. A volte può essere che un intervento, in quel dato momento, sia più indicato ed urgente dell’altro. Per affrontare i problemi umani è necessario l’apporto di varie discipline e lo sviluppo di trattamenti integrati che considerino non solo gli aspetti di natura biologica, ma anche quelli psicologici, relazionali, sociali, ambientali.


La mia idea di salute

Le persone sane sono mosse dall’innata spinta alla trasformazione e all’autorealizzazione. Sanno realizzare il loro potenziale di adulti aggiornando in modo flessibile e creativo le strategie usate per affrontare la vita. Evitano quindi di attivare o perseverare in modo coatto in strategie anacronistiche, autodistruttive e disfunzionali.

Sono autonome (non dipendenti), in grado di compiere scelte autonome, sono capaci di comportarsi in maniera adeguata ed efficace, sono consapevoli (di sé stesse, delle emozioni, dei pensieri, dei comportamenti, della situazione del momento, degli altri), sono spontanee (capaci di essere se stesse e di agire in modo diretto), non rispondono passivamente all'influenza dell'ambiente o alle proprie pulsioni interiori, sono capaci di comportamenti finalizzati e sanno darsi degli obiettivi, sono per loro natura amorevoli e rispettose verso gli altri e sanno stabilire rapporti di intimità (condivisione di emozioni autentiche).

La salute non può essere identificata con la semplice mancanza di sofferenza o con il semplice adattamento all'ambiente. Il processo di crescita e di autorealizzazione si nutre dell’impegno creativo della persona nella realizzazione del proprio progetto esistenziale, reclama un stile di vita dove non ci si riduce a semplice ingranaggio del sistema, ma si ci si muove a partire dalla ricerca del significato delle proprie esperienze e della propria esistenza.

Obiettivi a medio e lungo termine

La relazione terapeutica è una collaborazione finalizzata al raggiungimento di obiettivi comuni. L'obiettivo finale del percorso che costruisco con i miei clienti è il recupero del benessere e dell’autonomia. Questo si realizza attraverso alcuni passi intermedi:

▪ Esplorare il Significato profondo del malessere
▪ Individuare i Meccanismi Personali che lo mantengono
▪ Prendere Consapevolezza dei Bisogni Autentici
▪ Formulare Obiettivi sani e realistici
▪ Potenziare Strumenti e risorse personali
▪ Prendere nuove Decisioni
▪ Agire concretamente i Cambiamenti

lunedì 26 maggio 2008

Quando si parla di disturbo psicologico? Come affrontarlo?


QUANDO SI PUÒ PARLARE DI UN VERO E PROPRIO DISTURBO PSICOLOGICO?

Secondo le convenzioni internazionali il disagio causato dal problema, per essere definito disturbo psicologico, deve interferire in modo significativo con il funzionamento psicosociale della persona. In altre parole devono esserci difficoltà e compromissione nelle attività della vita quotidiana, nel lavoro o a scuola, oppure nei rapporti interpersonali e familiari. Il tutto accompagnato da sofferenza emotiva.
Naturalmente l’espressione individuale di un disturbo mentale può essere molto variabile per intensità, durata, sofferenza e grado di interferenza nel funzionamento psicosociale.

QUALI SONO I DISTURBI PSICOLOGICI?

Le principali categorie di disturbi psicologici sono:
Disturbi d'ansia (attacco di panico, fobie, disturbo ossessivo compulsivo...)
Disturbi del controllo degli impulsi (cleptomania, piromania, tricotillomania...)
Disturbi del sonno (insonnia, narcolessia, bruxismo, sonnambulismo...)
Disturbi alimentari (anoressia, bulimia)
Disturbi dell'umore (depressione, disturbo maniaco depressivo...)
Disturbi di personalita' (paranoide, borderline, narcisistico...)
Disturbi nell'infanzia (ritardo mentale, autismo, balbuzie, dislessia, enuresi, tic...)
Disturbi psicotici (schizofrenia, disturbo delirante)
Disturbi sessuali (impotenza, frigidita', eiaculazione precoce, perversioni...)
Disturbi somatoformi (ipocondria, somatizzazione, conversione ...)
Tossicodipendenza e droghe (stimolanti, oppiacei, cannabinoidi, alcol...)
Nuove dipendenze ( gioco d'azzardo, lo shopping e Internet).

QUALI CURE ESISTONO PER I DISTURBI “PSICOLOGICI”?

Le condizioni di sofferenza e malattia sono rivelatrici di un’integrità psicosomatica che richiede, per essere compresa, una visione multidisciplinare e complessa alla quale la scienza tradizionale, con le sue specializzazioni spesso settoriali e poco disposte alla collaborazione, non sembra essere ancora preparata. Ancora oggi infatti, alle soglie del XXI sec, persiste in molti studiosi l’idea di una separazione tra mente e corpo, tra salute fisica e salute mentale. Da questo ne deriva un approccio terapeutico solo settoriale e riduttivo (solo biologico o solo psicologico).

Non ha senso parlare di cure organiche contrapposte a quelle psichiche. Le malattie non sono né solo fisiche né solo psichiche. Tutte possono essere studiate e affrontate sia da un punto di vista biologico che da un punto di vista psicologico, con risultai diversi, che possono rivelarsi più o meno utili a seconda delle circostanze.
Compito del terapeuta, medico o psicologo che sia, è quello di valutare la situazione dalle diverse prospettive, privilegiando l’una o l’altra a seconda dei diversi momenti e bisogni del paziente. Nessun punto di vista comprende tutti i punti di vista, nessuno è superiore all’ altro. A volte può essere che un intervento, in quel dato momento, sia più indicato ed urgente dell’altro.

Per affrontare i problemi umani è necessario l’apporto di varie discipline e lo sviluppo di trattamenti integrati che considerino non solo gli aspetti di natura biologica, ma anche quelli psicologici, relazionali, sociali, ambientali.


Togliere un sintomo (per es. l’ansia) attraverso un farmaco (cura fisica), procura sicuramente sollievo al soggetto che ne soffre, ma se questa cura non è accompagnata da un percorso psicologico volto a comprendere le cause e le strategie che l’hanno creato ed alimentato (stile di vita personale, sociale, affettivo, lavorativo etc) e volto ad effettuare cambiamenti concreti, il sollievo ottenuto si rivelerà superficiale e spesso solo temporaneo e si assisterà al riproporsi ricorsivo dello stesso sintomo o di sintomi di altro genere. Viceversa, un lavoro di tipo psicologico, centrato sulla comprensione delle cause e sull’attivazione di cambiamenti concreti, spesso si rivela impossibile quando la persona è completamente debilitata dai sintomi fisici (per es. una ragazza anoressica che rischia la vita per la denutrizione) e necessita in primis di cure mediche

Le conoscenze raggiunte e le ricerche nel settore hanno ampiamente dimostrato l’efficacia terapeutica della collaborazione e della sinergia tra trattamenti psicologici e biologici. La separazione tra aspetti corporei e aspetti psicologici è un’idea erronea, che crea malessere e confusione nei pazienti stessi e che non garantisce loro un miglioramento completo e duraturo.