lunedì 26 giugno 2017

Vittima: ci fai?






Soffriamo e ci lamentiamo. Un po' tutti. Un po' di tutto.


Della nostra famiglia d'origine: dei genitori assenti, critici, invadenti, di un'infanzia non gratificante.
Delle difficoltà nel costruirsi un percorso formativo e professionale: la fatica per anni, i sacrifici, i limiti, le spese.
Delle nostre relazioni affettive: delle amicizie deludenti, degli amori immaturi , della solitudine.
Dello stress della vita quotidiana: del poco spazio per se stessi, delle pressioni esterne, della società che non offre possibilità.
Del nostro fisico che non è conforme alle immagini pubblicitarie.
Della salute.
Del nostro carattere che ci mostra bloccati e incerti.
Del passato che ci ha segnati e non ci molla mai.
Del futuro che ci spaventa e ci toglie speranza.
Del mondo che va a rotoli e ci angoscia.



Potrei continuare per ore e pagine. Ma a me basta così.
Quello che voglio dire è semplice: c'è sempre qualche pretesto per lamentarsi, piangersi addosso e decidere di star male.

Se per certi versi è umano e comprensibile avere momenti di scoraggiamento e delusione dovremmo invece fare attenzione quando questa modalità diventa un atteggiamento cronico e una modalità passiva di vivere.
Allora siamo passati, come dice il famoso detto, dall'umano al diabolico (autodistruttivo)




Trovare aspetti della realtà che non vanno è facilissimo e in parte anche realistico. 
Ma lamentarsene passivamente spostando la responsabilità del nostro malessere sempre all'esterno non solo è del tutto inutile ma clinicamente non adeguato. 

Questo è in genere il comportamento della Vittima, scritto con l'iniziale maiuscola per indicare chi la vittima LA FA.  La Vittima passa il suo tempo ad accumulare eventi, fatti e persone di cui lamentarsi piuttosto che affrontare la realtà in modo attivo, costruttivo, risolutivo, realistico ed efficace.

Certo, lamentarsi e trovare colpevoli all'esterno è più comodo, meno dispendioso, meno faticoso e meno rischioso. Meglio la depressione e l'ansia dello status quo alla fatica della rivoluzione.
Scelta vostra, ma poi non volete nemmeno l'ansia e la depressione legate necessariamente ad uno stile di vita pessimista ed evitante!?
Beh allora è il caso di decidere di muovervi. O sintomi o crescita.







Esiste quindi un'alternativa, che è quella delle persone realizzate, cioè di quelle persone che affrontano ogni giorno con impegno e fatica i problemi, raggiungono con pazienza i loro obiettivi, passano oltre con maturità sulle cose che non possono cambiare (senza ostinarsi come bambini a pretenderle), investono sulle alternative.
Affrontare la vita e costruirsi, con pazienza, determinazione e fatica. Fare gli adulti insomma.

E non trovate scuse e colpevoli. Nessuno vi impedisce di costruire oggi la vostra serenità, sta solo a voi decidere. Quindi se decidete di non farlo almeno prendetene atto e responsabilità e smettete di tormentare chi vi sta attorno magari chiedendo a loro lo sforzo e l'aiuto che dovreste attivare voi stessi. 

Vi potrebbe essere utile in questo caso, anche leggere l'articolo sui vampiri energetici.










http://serenasorrentino.blogspot.it/2017/06/vampiri-energetici.html



Insomma la realtà è un mix imprescindibile di cose positive e negative, la vita è un susseguirsi di successi e fallimenti, di gratificazioni e di frustrazioni. Non possiamo che farci i conti. Inutile e impossibile sfuggire alla realtà delle cose.



Godiamoci innanzitutto il bello. Non spegniamo mai l'entusiasmo nel guardare la vita e apprezzare le meraviglie attorno a noi. Non diamo mai per scontate le fortune che abbiamo, alcune per dono, altre perchè costruite. Impegniamoci ogni giorno nella cura delle nostre cose in quanto sono preziose. Motiviamoci ogni giorno con piccoli e grandi progetti. Celebriamo i piccoli e grandi traguardi. Facciamoci forza nei momenti duri appoggiandoci alle nostre risorse. Nutriamo la nostra motivazione e speranza esplorando sempre le alternative.


E per il resto? Per quello che non va?

A)
In alcuni casi potremo fare cambiamenti strabilianti uscendo dalla passività e dalla lamentazione e impegnandoci a risolvere il problema, ma ciò richiederà il tempo per analizzare gli intoppi, lo sforzo di mettersi in discussione, la fatica di attivare cambiamenti e la pazienza di attenderne frutti.



Vi spaventa sentire tanti termini legati alla fatica?

Provate! Tiratela fuori l'energia, allenatela! vi sorprenderà scoprire quanto l'energia se usata nel modo giusto si ricarichi, vi sembrerà quasi si moltiplichi. Possiamo paragonarla ad un muscolo che tonificato vi renderà più forti e scattanti. Contrariamente a quanto si pensi è proprio la passività che fa scemare l'energia fino al limite di non sentirsi nemmeno in grado di alzarsi da un letto. 

E' la passività fisica e psichica che vi annienta pian piano. Non dimenticatelo.


B)
In altre situazioni potremmo arrivare a compromessi accettabili e soddisfacenti, impegnandoci nell'esplorazione delle alternative e vie di mezzo, tenendo quindi conto della realtà esterna e accettandola e accettando il compromesso. Sempre con tanto impegno, determinazione e pazienza. Sarà fondamentale quindi superare l'ostinazione a volere le cose esclusivamente secondo la propria idea iniziale, cambiare internamente aspettative e imparare a godere di quello che si è raggiunto senza rimpianti o rancori.


C)
In altre situazioni ancora invece dovremmo solo accettare a realtà. A volte non è possibile essere o avere qualcosa o cambiare una situazione. 
Pace. Viviamoci il lutto e la delusione e andiamo avanti. Questo non farà la nostra disperazione a meno che NOI non lo trasformeremo in un cataclisma, un buco nero in grado di divorare tutto il resto, un pretesto per non andare avanti. 
Ostinarsi e fare i capricci sputando su tutto ciò che è intorno a noi è immaturo e isterico come le crisi di un bimbo quando riceve un no all'acquisto dell' ennesimo giocattolo. 
Occorre saper abbandonare una strada sterile e investire su nuovi percorsi capaci di darci nuova energia ed entusiasmo. Occorre resistere e non cedere alla comodità e alla dipendenza che spesso corrispondono alla mortificazione di se stessi e dei propri desideri.


A volte si tratta di perdite grandi e dolorose certo, ma anche in quel caso è nostra responsabilità prenderci cura del dolore e procuraci nuova gioia ed energia su terreni fertili e sani.



Insomma, in tutti e tre i casi abbiamo a disposizione soluzioni, alternative, interventi, azioni, strade in grado di garantire successi e benessere. Quindi non siamo vittime impotenti e non lo saremo a meno che non decidiamo di farle le Vittime, tenendoci passivi con il vittimismo.

Come dico spesso ai miei pazienti, la fatica si fa comunque. 
Nel caso delle Vittime si soffre e si fatica senza "mai una gioia" (come amano dire i giovani di oggi) se non la magra consolazione di essere compatiti dagli altri (che però prima o poi si stuferanno di noi e della nostra pesantezza).

Nel caso invece delle persone che decidono di affrontare i problemi per poi star bene la sofferenza e la fatica si supereranno e si "dimenticheranno" presto ad ogni obiettivo raggiunto con il carico d'entusiasmo e autostima che ne consegue e con la voglia e la motivazione di porsene successivi.




Come diceva San Francesco : "comincia con il fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. All'improvviso ti sorprenderai a fare l'impossibile"


domenica 25 giugno 2017

Vampiri Energetici





Il vampiro energetico è una persona passiva nel produrre autonomamente l’energia necessaria per vivere e gestirsi e che si accosta quindi all'altro, in un rapporto di dipendenza, al fine di "succhiare" comodamente quella altrui.
Quando subiamo l’attacco di un vampiro energetico in genere ci sentiamo spossati, deboli, depressi, privi di forze e spesso con l’autostima sotto i piedi.
Questo non significa che tutte le persone che ci fanno arrabbiare o con le quali litighiamo e abbiamo opinioni diverse siano etichettabili come vampiri di energia. Non possiamo certo demonizzare ed etichettare come vampiro chiunque ci metta i bastoni tra le ruote, ciò non è corretto ed è spesso solo un modo di deresponabilizzare noi stessi e non metterci in discussione.
I teorici hanno individuato alcune tipologie di vampiro energetico, ognuno con una sua modalità peculiare di dipendenza.


17 Tipi di Vampiri Energetici




L'Approfittatore
Apparentemente premuroso ed attento ai vostri bisogni, è sempre pronto ad ascoltarvi e quasi pende dalle vostre labbra. In realtà è la sua tattica per succhiarvi energia e soprattutto per rubarvi le idee. Questo tipo di vampiro elegge la passività come suo stile di vita. Per quale motivo dovrebbe faticare per ideare progetti o farsi venire delle idee geniali, se invece può tranquillamente rubarle a qualcun altro? Solitamente questo tipo di vampiro è facile incontrarlo nel contesto lavorativo. Può altrimenti essere quella persona che vi chiede favori continuamente senza mai dare nulla in cambio.

L'Illuminato
Vi farà credere di avere poteri speciali e di essere in grado di compiere veri e propri miracoli. Il suo obiettivo è quello di avere più adepti possibili così avrà più serbatoi di energia a disposizione. Le vittime si sentiranno come ipnotizzate dal suo potere, doneranno tutto di se stesse e tenderanno a seguirlo con la speranza di alleviare le loro pene (cosa che in realtà potrebbero ottenere non avendo più a che fare con lui).

Il Pettegolo
Vive di pettegolezzi e malelingue inconsiamente utilizzati per esorcizzare e compensare la propria scarsa autostima. Suscitando l’attenzione dei suoi ascoltatori avrà tempo e modo di cibarsi della loro preziosa energia vitale.

Il Funesto
Per attrarre le proprie vittime ignare punta sulla catastrofe e sulla disgrazia. Annuncia fatti e supposizioni che seminano terrore, panico e paura al fine di indebolire chi lo ascolta e indurre confusione, apatia e perdita di speranza nel presente e nel futuro.

L' Irascibile
Sceglie le sue vittime tra coloro che condividono il suo cattivo umore. Il suo obiettivo e il suo tranello è quello di rendere le persone che gli sono vicine iraconde e irascibili proprio come lui. Scatenando un clima di tensione continua avrà campo libero per prendere energia.

Il Chiacchierone
E’ la tipica persona logorroica ed egocentrica che parla per ore e ore dei suoi problemi senza mai ascoltare il proprio interlocutore o dargli modo di esprimere la propria opinione in merito. Così facendo però è in grado di calamitare l’attenzione delle proprie vittime per un tempo molto lungo, riuscendo senza difficoltà a nutrirsi di tutta l’energia vitale necessaria.

L' Autoritario
È probabilmente una delle tipologie peggiori di vampiro energetico in quanto è in grado di annientare completamente le proprie vittime con il suo atteggiamento di superiorità, facendole sentire poco apprezzate, inferiori e sottomesse. Scatena una grande confusione mentale e il disperato tentativo di riconquistare la considerazione e la stima del vampiro. Instaura il cosiddetto rapporto vittima-carnefice in cui il vampiro di energia può nutrirsi di linfa vitale a proprio piacimento e in qualsiasi momento, mentre la vittima striscerà ai suoi piedi. E’ certamente una delle relazioni più difficili da sopportare e debellare.

L' Ipocondriaco
Per attrarre le sue vittime questo vampiro punta sulla compassione e la preoccupazione. Inventandosi ogni giorno nuove malattie e malesseri che lo colpiscono, chiede aiuto alle altre persone suscitando il loro un sincero interesse. In questo modo creerà perciò un legame forte con coloro che si prodigheranno per alleviare le sue pene e i suoi malesseri, avendo così campo libero per succhiare energia.

L' Altruista
Si dimostra sempre attento e pronto ad aiutare gli altri non volendo apparentemente nulla in cambio. In realtà è la sua strategia per legare a se le persone che con il passare del tempo pagheranno a caro prezzo e con la salute i suoi falsi favori.

Il Moralista
Scatena nelle proprie vittime un vero e proprio clima di terrore e paura servendosi di rigidi controlli morali. Le persone che cadono tra le sue grinfie si sentono continuamente impaurite dalla sua ira, temono ogni sua reazione e cercano in tutti i modi di compiacerlo.

Il Contestatore
Ogni occasione è buona per opporsi e contestare e il più delle volte le sue lamentale sono chiaramente infondate. Tuttavia è proprio qui che sta il suo potere: lamentandosi senza motivo susciterà comunque attenzione da parte delle sue vittime che confuse si chiederanno il perché delle sue frequenti contestazioni.

L' Appiccicoso
La sua trappola per legare a sé la vittima è un sottile gioco seduttivo. Fa sentire la vittima importante, la seduce e poi sparisce per poi ritornare. E in questo continuo tira e molla succhiare energia diventa per lui un gioco facilissimo.

Colui che Rinfaccia e Riscuote
Questo vampiro di energia è convinto che tutto gli sia dovuto. Riscuote quindi e subito dopo rinfaccia tutto, ovviamente senza mai dare nulla in cambio. Le vittime di fronte al suo comportamento inspiegabile si sentiranno confuse e cercheranno quindi di trovare una spiegazione. Ed è in questi momenti che il vampiro avrà il campo libero per nutrirsi della loro preziosa energia vitale.

L' Invidioso
Ha una scarsissima considerazione delle sue vittime che ritiene prive di qualsiasi talento (in realtà le sminuisce proprio perché è invidioso e cercherà in tutti i modi di ledere la loro autostima). Le vittime saranno quindi continuamente tese e dubbiose sulle loro capacità e il vampiro se ne approfitterà per prendere la loro energia.

Il Controllore
Uno dei peggiori tipi di vampiro di energia. Si farà credere apparentemente buono e pronto a prodigarsi per il bene delle proprie vittime, ma in realtà è il suo modo per mantenere il controllo e succhiare più energia che può. Appena possibile troverà modo di farle sentire in colpa scatenando il tipico clima di insicurezza favorevole alla sua azione ignobile.

Il Derelitto
Si presenta come una vittima del mondo, capitano tutte a lui. Così facendo farà di tutto per suscitare simpatia e pietà nella sua vittima. La condizione ottimale per avere la attenzione e nutrirsi di energia.

L' Adulatore
Ricoprendo le sue vittime di falsi elogi e complimenti le fa sentire apparentemente importanti e considerate. In realtà è il suo modo per circuirle del suo potere ipnotico e deleterio, succhiandone la preziosa linfa vitale.

La consapevolezza dei processi intrapsichici e interpersonali, la conquista dell' autonomia psicologica (e quindi dei giusti confini) e la capacità di instaurare relazioni paritarie e reciproche sono le basi del benessere.






Leggendo queste tipologie avete scoperto di avere a che fare con una o piu tipologie di vampiro energetico? Potete adesso ipotizzare delle mosse per interrompere la dipendenza e ristabilire un confine sano al vampiro? ... o forse, cosa ancora più interessante, avete scoperto di essere proprio voi un vampiro?! Come vi muoverete da oggi in poi?




sabato 26 maggio 2012



Il Modello degli Stati dell’Io

Gli Stati dell’Io sono modi di essere nel mondo. Più concretamente sono insiemi uniformi e coerenti di pensieri, emozioni e comportamenti. La personalità è caratterizzata da 3 Stati dell’Io:

Si dice che sei nello Stato dell’Io Genitore (G) quando pensi, provi emozioni e ti comporti in un modo che hai “copiato” dai tuoi genitori reali o dalle persone che sono state per te significative. Esistono tante modalità di essere nello Stato dell’Io G, tante quante sono state le figure genitoriali e le loro sfaccettature.

Si dice che sei nello Stato dell’Io Adulto (A) quando pensi, provi emozioni e ti comporti in modo tale da rispondere direttamente alla situazione del “qui ed ora”, cioè a quello che succede intorno a te nel momento attuale, utilizzando tutte le risorse di persona adulta in modo adeguato alla situazione.

Si dice che sei nello Stato dell’Io Bambino (B) quando pensi, senti e ti comporti come facevi quando eri bambino.


Il modello tripartito della Personalità


Una personalità sana ha bisogno di tutti e 3 gli Stati dell’Io.

Hai bisogno dello Stato dell’Io A per la soluzione dei problemi del qui ed ora, esso ti permette di affrontare la vita in modo efficace e competente. Per adeguarti bene alla società hai bisogno delle regole che hai imparato e immagazzinato nello Stato dell’Io G. Infine hai bisogno di accedere, tramite lo Stato dell’Io B, alla spontaneità, alla creatività e alla capacità intuitiva proprie dell’infanzia.


Nel corso della giornata ci spostiamo continuamente da uno Stato dell’Io all’altro. Un esempio (tratto da: Stewart - Joines, L' analisi transazionale. Guida alla psicologia dei rapporti umani)




L'esperienza di Jane


Jane guida lungo una strada trafficata. Secondo per secondo controlla la velocità e la posizione degli altri veicoli, osserva i cartelli stradali, controlla la propria andatura (Stato dell’Io A).
Un automobilista le taglia improvvisamente la strada. Jane teme lo scontro (emozione di paura adeguata alla situazione), getta un rapido sguardo allo specchietto, vede la strada libera, frena per evitare l’urto (comportamento adeguato). Jane è nel suo Stato dell’Io Adulto.

Mentre l’altra autovettura si allontana Jane scuote la testa, fa una smorfia di disapprovazione con la bocca, esclama “A certa gente bisognerebbe togliere la patente!”. Jane si è spostata nel suo Stato dell’Io Genitore: quando era piccola si sedeva spesso accanto al padre che guidava e più volte l’ha visto esprimere disapprovazione per gli errori degli automobilisti scrollando la testa e facendo una smorfia con la bocca.

Jane arriva davanti all’ufficio, guarda l’orologio e vede che a causa del traffico è in ritardo per la riunione con il suo capo. Si sente presa dal panico. Jane si è spostata nello Stato dell’Io Bambino: è entrata in contatto con vecchi ricordi di quando era bambina e arrivando tardi a scuola veniva sgridata dalla maestra. La sua reazione emotiva di panico è legata all’esperienza del bambino, non a qualcosa che potrebbe accadere nella situazione di persona adulta. Jane non è consapevole a livello conscio di rivivere una situazione arcaica. Se si chiedesse “mi ricorda qualcosa della mia infanzia?” potrebbe riportare alla memoria quel ricordo o forse potrebbe averlo sepolto in profondità, in quanto doloroso, tanto da non poterlo ricordare immediatamente e senza un aiuto psicologico. Jane esibisce i comportamenti di allora: il cuore le batte veloce, spalanca gli occhi, si porta la mano alla bocca, comincia a sudare.

Un attimo dopo si dice: “Un momento! Di cosa ho paura? Il mio capo è una donna ragionevole. Capirà perché sono in ritardo. Potremo recuperare il tempo perso abbreviando la pausa caffè.”
Jane torna nello Stato dell’io A. Si rilassa, sorride, si toglie la mano dalla bocca. 
La sua risata è da donna adulta, non è la risatina nervosa del bambino spaventato.


ESERCIZI:
Ripensa alle ultime 24 ore.


a. Pensa ai momenti e alle occasioni in cui sei stato nello Stato dell’Io Genitore. Quali emozioni hai provato? Cosa ti sei detto (pensieri) per sentirti così? Quali comportamenti hai agito? Ripensando al tuo passato, puoi collegare questo insieme di pensieri/emozioni e comportamenti a qualche persona significativa?b. Pensa ai momenti e alle occasioni in cui sei stato nello Stato dell’Io Adulto. Per differenziare lo Stato A dagli altri Stati dell’Io chiediti: “questo pensiero/emozione/comportamento era adeguato alla situazione? Era un modo adulto di affrontare ciò che succedeva attorno a me? Quali emozioni hai provato? Cosa ti sei detto per sentirti così? Quali comportamenti hai agito?
c. Pensa ai momenti e alle occasioni in cui sei stato nello Stato dell’Io Bambino. Quali emozioni hai provato? Cosa ti sei detto per sentirti così? Quali comportamenti hai agito? Ripensando alla tua infanzia riesci a recuperare i ricordi delle esperienze che riproponi oggi?
Adesso dai una valutazione intuitiva e generale del tempo e delle energie che impieghi per ciascuno Stato dell’Io e disegna il tuo Egogramma (ogni barra dell’Istogramma rappresenterà la frequenza con la quale usi ciascun Stato dell’Io):




L’energia psichica è costante. Se investi più energia negli Stati dell’Io “carenti”, contemporaneamente depotenzi quelli che invece usi in modo eccessivo.


Una curva ipoteticamente equilibrata è rappresentata graficamente dalla curva gaussiana. In questa curva prevale lo Stato dell’Io Adulto cioè la consapevolezza delle proprie risorse adulte, della situazione presente e l’attivazione di strategie adeguate alla situazione del momento. Una personalità sana ed integrata è libera di usare lo Stato dell’Io che ritiene più adatto alla situazione e soprattutto lo fa in modo consapevole, spontaneo, adeguato.

lunedì 15 settembre 2008

Ansia di Tratto ed Ansia di Stato


L'ansia non si manifesta come un fenomeno unitario, ovvero è possibile rilevare due diverse tipologie di ansia:

Ansia di tratto:

Questa tipologia di ansia si caratterizza come un elemento relativamente stabile della personalità.
Il cosiddetto “tratto ansioso” è una caratteristica della personalità di alcuni soggetti i quali tendono ad avere il sistema di difesa dell’ansia particolarmente marcato, tanto da vivere la maggior parte delle esperienze in modo preoccupato, agitato, inquieto, ansioso, appunto. In pratica lo stile percettivo di tipo ansioso della persona si estende a tutti gli ambiti della sua esperienza di vita, diventando a tutti gli effetti una caratteristica di personalità.
Coloro che mostrano un tratto di ansia più sviluppato manifestano una reattività maggiore ad un grande numero di stimoli; insomma reagiscono con preoccupazione anche in quelle situazioni che non rappresentano una fonte di minaccia per la maggior parte degli individui. Queste persone hanno una probabilità maggiore di presentare ansia di stato in circostanze a basso potenziale ansiogeno, come per esempio le normali attività quotidiane, o di sperimentare livelli più elevati di ansia di stato in presenza di stimoli ansiogeni.

Ansia di stato:

L'ansia di stato si manifesta come una interruzione del continuum emozionale, cioè provoca una rottura nell'equilibrio emotivo della persona; si esprime per mezzo di una sensazione soggettiva di tensione, preoccupazione, inquietudine, nervosismo, reattività. Risulta associata ad una attivazione del sistema nervoso autonomo, il quale provoca una serie di attivazioni fisiologiche. Elevati livelli di ansia di stato risultano particolarmente spiacevoli, disturbanti e addirittura dolorosi, al punto di indurre la persona a mettere in atto dei meccanismi comportamentali di adattamento finalizzati a porre fine a queste sensazioni. Tuttavia questi meccanismi possono non raggiungere lo scopo, lasciando spazio ad altri comportamenti, questa volta di tipo mal adattivo (evitamento, dipendenza…), che portano all'effetto opposto, ovvero all'aumento ulteriore dell'ansia, avviando una circolo vizioso di tipo patologico.

Avvio di un Intervento


Prima Accoglienza
Il primo incontro informativo è uno spazio che dedico all'ascolto delle problematiche personali e allo scambio di informazioni utili sui tipi e sulle modalità di intervento che posso offrire. Spesso è anche l'occasione per dissipare i pregiudizi e paure irrazionali associate comunemente allo svolgimento di percorso psicologico.
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Esplorazione del Problema e della Domanda
Quando il cliente decide di intraprendere un percorso psicologico, inizio con il dedicare i primi 4-5 incontri all'esplorazione della situazione problematica presentata e della richiesta che mi viene fatta. Gli incontri sono caratterizzati da un'intervista piuttosto dettagliata sulla storia di vita e sulle diverse aree di funzionamento del cliente al fine di individuare obiettivi costruttivi e realistici. Questi primi incontri sono inoltre utili per valutare la presenza della motivazione e della compatibilità necessarie alla collaborazione.
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Consulenza o psicoterapia?
Propongo una consulenza quando il problema presentato rimane circoscritto ad un'area specifica di funzionamento e all'esigenza di una migliore comprensione e gestione pratica dello stesso. Propongo una psicoterapia quando invece il disagio della persona, pervasivo e clinicamente significativo, è fondato sulla disfunzionalità di modalità intrapsichiche e interpersonali strutturate e complesse .

Modalità e tempi
La consulenza, in quanto processo di definizione della situazione problematica e di esplorazione delle risorse ed opzioni per gestirla, si articola in un ciclo incontri, generalmente a breve termine (6-10 mesi).
La psicoterapia, in quanto processo di cura, recupero, maturazione della struttura globale e profonda della personalità, prevede invece un percorso più a lungo termine (a partire dai 6-12 mesi).

Il raggiungimento degli obiettivi rimane, in ogni caso, il parametro principale a partire dal quale si valuta e si concorda insieme l’interruzione degli incontri. Esso dipende in gran parte dalla collaborazione e dall’impegno attivo del paziente, anche al di fuori della seduta psicologica.
Eventuali difficoltà relative al lavoro o alla relazione, spesso proiezione delle proprie modalità disfunzionali di trattare se stesso, l’altro e la vita, divengono invece importante oggetto del lavoro in seduta.
In ogni caso ci si accorda su una seduta di conclusione del lavoro svolto, degli obiettivi raggiunti ed eventualmente, degli aspetti o delle aree di lavoro ancora inesplorate.

Verrà stabilito, secondo le reciproche esigenze, uno spazio settimanale fisso (o due, se necessario). La seduta settimanale avrà una durata di 50 minuti.
Verrà concordato l’impegno ad essere presente e puntuale da parte di entrambi. Solo in caso di eccezioni ed urgenze è possibile chiedere il recupero della seduta in altro giorno, nella settimana corrente o successiva. Nel rispetto dell’impegno preso, le sedute disdette all’ultimo momento o saltate senza avvertimento sono soggette a pagamento.

Verrà firmato un modulo di consenso al trattamento dei dati e di accordo sui suddetti termini della collaborazione.
Quanto emerge in seduta è protetto dal segreto professionale.