lunedì 26 maggio 2008

Quando si parla di disturbo psicologico? Come affrontarlo?


QUANDO SI PUÒ PARLARE DI UN VERO E PROPRIO DISTURBO PSICOLOGICO?

Secondo le convenzioni internazionali il disagio causato dal problema, per essere definito disturbo psicologico, deve interferire in modo significativo con il funzionamento psicosociale della persona. In altre parole devono esserci difficoltà e compromissione nelle attività della vita quotidiana, nel lavoro o a scuola, oppure nei rapporti interpersonali e familiari. Il tutto accompagnato da sofferenza emotiva.
Naturalmente l’espressione individuale di un disturbo mentale può essere molto variabile per intensità, durata, sofferenza e grado di interferenza nel funzionamento psicosociale.

QUALI SONO I DISTURBI PSICOLOGICI?

Le principali categorie di disturbi psicologici sono:
Disturbi d'ansia (attacco di panico, fobie, disturbo ossessivo compulsivo...)
Disturbi del controllo degli impulsi (cleptomania, piromania, tricotillomania...)
Disturbi del sonno (insonnia, narcolessia, bruxismo, sonnambulismo...)
Disturbi alimentari (anoressia, bulimia)
Disturbi dell'umore (depressione, disturbo maniaco depressivo...)
Disturbi di personalita' (paranoide, borderline, narcisistico...)
Disturbi nell'infanzia (ritardo mentale, autismo, balbuzie, dislessia, enuresi, tic...)
Disturbi psicotici (schizofrenia, disturbo delirante)
Disturbi sessuali (impotenza, frigidita', eiaculazione precoce, perversioni...)
Disturbi somatoformi (ipocondria, somatizzazione, conversione ...)
Tossicodipendenza e droghe (stimolanti, oppiacei, cannabinoidi, alcol...)
Nuove dipendenze ( gioco d'azzardo, lo shopping e Internet).

QUALI CURE ESISTONO PER I DISTURBI “PSICOLOGICI”?

Le condizioni di sofferenza e malattia sono rivelatrici di un’integrità psicosomatica che richiede, per essere compresa, una visione multidisciplinare e complessa alla quale la scienza tradizionale, con le sue specializzazioni spesso settoriali e poco disposte alla collaborazione, non sembra essere ancora preparata. Ancora oggi infatti, alle soglie del XXI sec, persiste in molti studiosi l’idea di una separazione tra mente e corpo, tra salute fisica e salute mentale. Da questo ne deriva un approccio terapeutico solo settoriale e riduttivo (solo biologico o solo psicologico).

Non ha senso parlare di cure organiche contrapposte a quelle psichiche. Le malattie non sono né solo fisiche né solo psichiche. Tutte possono essere studiate e affrontate sia da un punto di vista biologico che da un punto di vista psicologico, con risultai diversi, che possono rivelarsi più o meno utili a seconda delle circostanze.
Compito del terapeuta, medico o psicologo che sia, è quello di valutare la situazione dalle diverse prospettive, privilegiando l’una o l’altra a seconda dei diversi momenti e bisogni del paziente. Nessun punto di vista comprende tutti i punti di vista, nessuno è superiore all’ altro. A volte può essere che un intervento, in quel dato momento, sia più indicato ed urgente dell’altro.

Per affrontare i problemi umani è necessario l’apporto di varie discipline e lo sviluppo di trattamenti integrati che considerino non solo gli aspetti di natura biologica, ma anche quelli psicologici, relazionali, sociali, ambientali.


Togliere un sintomo (per es. l’ansia) attraverso un farmaco (cura fisica), procura sicuramente sollievo al soggetto che ne soffre, ma se questa cura non è accompagnata da un percorso psicologico volto a comprendere le cause e le strategie che l’hanno creato ed alimentato (stile di vita personale, sociale, affettivo, lavorativo etc) e volto ad effettuare cambiamenti concreti, il sollievo ottenuto si rivelerà superficiale e spesso solo temporaneo e si assisterà al riproporsi ricorsivo dello stesso sintomo o di sintomi di altro genere. Viceversa, un lavoro di tipo psicologico, centrato sulla comprensione delle cause e sull’attivazione di cambiamenti concreti, spesso si rivela impossibile quando la persona è completamente debilitata dai sintomi fisici (per es. una ragazza anoressica che rischia la vita per la denutrizione) e necessita in primis di cure mediche

Le conoscenze raggiunte e le ricerche nel settore hanno ampiamente dimostrato l’efficacia terapeutica della collaborazione e della sinergia tra trattamenti psicologici e biologici. La separazione tra aspetti corporei e aspetti psicologici è un’idea erronea, che crea malessere e confusione nei pazienti stessi e che non garantisce loro un miglioramento completo e duraturo.